

Questo progetto, nasce da una considerazione sul concetto di memoria , in senso comune, osservando come alcuni fattori nel processo di archiviazione possano influire sulla costituzione della memoria individuale e collettiva. Solitamente di fronte a delle immagini fisse o in movimento che rappresentino un’ipotesi di memoria simile alla nostra, si innescano a priori delle dinamiche di appropriazione : tentativi di identificazione del luogo, del momento storico, attribuzione di identità ; quasi una necessità di comprensione prima della rivelazione e della consapevolezza, concessa poi dai dati di riferimento. La dinamica di archiviazione nell’individuo, come funzione del processo cognitivo, può traslare e figurare eventi a volte sconosciuti e mai vissuti, qualche volta, sconfina (archiviandolo) nell’immaginario. Questo lavoro si propone di sperimentare l’ aspetto ingannevole della memoria individuale di fronte a dei dati ambigui per omissione o erronea archiviazione. L’installazione “Il tempo di Eva, è un progetto site specific che guarda alla memoria comune del luogo ( Catania – Sicilia), con la proiezione di un filmato di una colata lavica in un paesaggio vulcanico che, per le caratteristiche, sembrerebbe mostrare una tipica eruzione Etnea, di lento effluvio. Il video è il risultato di una manipolazione in postproduzione di un filmato su pellicola girato nel 1940 da Eva Braun con una telecamera Video 8 , regalo del suo amante Adolf Hitler, durante un viaggio in Italia . Il filmato originale di cui sono stati acquisiti i diritti era stato archiviato in modalità non autografa come inerente al Vesuvio. Ufficialmente, le eruzioni del Vesuvio nel secolo scorso, risalgono al 1906 e al 1944; tuttavia non v’è traccia di una visita in Sicilia di Eva Braun.
This project born from a consideration around the concept of memory , in common sense, observing how some of the factors in archiving process may affect the constitution of the individual and collective memory. Usually in front on still or moving images which represent an hypothesis of memory similar to ours, people trigger a priori dynamics of ownership : attempts of identification of the place, of the historical moment, attempt in attribution of identity ; almost a necessity of understanding before the revelation and awareness, granted then by reference data. The dynamics of archiving within the individual, as a function of the cognitive process, can translates and include events sometimes even unknown and never lived, sometimes, verges (dismissing it) in the imagination..“Il tempo di Eva” is a video which has been projected in site specific context during a solo show in Catania, Sicily, Italy; a place strongly characterized by the presence of the Etna volcano. Based on the concept of “appropriation” this video was made in postproduction after having acquired the proper license, manipulating the movie sequences shot in 1940 by Eva Braun on a volcanic landscape during a trip in Italy. The original film shot with a video 8 camera, gift of her lover A. Hitler, was not been archived as autograph mode, (as she used to) and filed by a US government source ( after the end of the war ) as inherent to Mount Vesuvius. Officially the eruptions of Vesuvius in the last century are dated back 1906 and 1944; however there’s no trace of a visit in Sicily by Eva Braun ever.

Tre testi trascritti su carta carbone, riportano il significato di tre parole : silenzio, complicità, memoria. Le parole, sono leggibili nel lato verso di ciascun foglio solo tramite il riflesso di uno specchio. Un diagramma di Venn, disegnato a parete rappresenta la grafica di un insieme di elementi contenuti all’interno di una linea chiusa. Il diagramma qui mostra la dinamica di un sillogismo la cui sintesi è: Il silenzio non è complice della memoria.
Three texts written on carbon papers, explain the meaning of three words: silence, complicit and memory. These words are readable on the back side of the papers using a mirror. A drawing diagram of E. Venn on the wall, outlines the representation of different elements contained inside a closed line. the diagram shows the graphic dynamic of the syllogism which summary is: the silence is not complicit of memory.